Cronache di caduceo 1256
Ambra,
Meridia
Settimo giorno della prima
decade di Caduceo
1256
La Fiera d'Ambra
Nel cuore della città di
Ambra, come ogni anno, fervono i preparativi per il Bazar della Loggia, la grande fiera organizzata dagli
alchimisti di Meridia. Da ogni luogo delle Terre Spezzate giungeranno merci pregiate, oggetti arcani,
reagenti rari e preziosi, mentre tra i banchi del mercato nel Palazzo dei
Crisostomi si mischieranno maghi, uomini d’arme, mercanti, nobili e studiosi, ma anche straccioni e truffatori. Persino i Principi e i loro seguiti sono attesi al grande e colorato bazar merida, per commerciare le più pregiate mercanzie.
Nel cuore della città di Ambra, anche quest’anno, la corporazione degli Alchimisti sta preparando una sorprendente attrazione di cui far mostra durante la Fiera, ma il segreto più stretto viene tenuto sulla natura della meraviglia esposta, e si dice che persino Sua Altezza Solare il Principe
Aristarco degli Alessandridi ne sia tenuto all’oscuro.
Le tiepide e chiassose giornate, ricche di genti e commerci, musica e danzatrici, al calar del sole cambieranno il proprio volto. Tra le mura e nei giardini del Palazzo dei Crisostomi scenderanno i sussurri delle conversazioni tra dotti, il suono soffuso di divertimenti privati e il dolce profumo di spezie e cibi deliziosi.
Sia dunque il Sole, e poi la notte, e ancora il Sole, nei palazzi dell’antico impero del Fuoco dove tutto appare magico e misterioso.
Voci delle Terre Spezzate
- "Le antiche pergamene sacre nella lingua degli anziani parlano di loro. E io li ho visti i Danzatori delle Sabbie. Tempesta di turbini di fuoco che giunge dal deserto, e lascia in cenere tutto quello che tocca. L’odore della sabbia è nell’aria, anche qui in città dove il profumo delle femmine è forte e dà alla testa. Vendiamo in fretta le pellicce ai filatori, e andiamocene da Ambra."
- Samuele, pastore bruto della Piana Litia
- "Per la barba di Canuto che spavento ieri sera! Ero giù in cantina a inventariare il vino per il Bazar quando un ruggito come dal cuore stesso della terra ha scosso lo scantinato. Non so davvero cosa stiano preparando gli alchimisti quest’anno, ma spero proprio che attiri gente nella mia taverna senza farmela crollare in testa!"
- Damocle il guercio, oste di Ambra nella Via dei Filatori, poco lontano dal Palazzo dei Crisostomi
- "Madre, a Corte si vocifera che a Meridia sarà fatto un nuovo cavaliere, e che il Principe Aureliano in persona presenzierà alla cerimonia di investitura. Un’altra buona ragione per compiere il lungo viaggio verso la remota città di Ambra…"
- Serena De Portici, dama alla corte di Dimora
Riassunto di quanto accadde
Nei primi giorni di Caduceo, quando a
Meridia il generoso Sole si attardava a scaldare le antiche pietre dopo aver lasciato pallida traccia di sé nelle terre del nord, ad
Ambra fervevano i preparativi per il Bazar della Loggia, la grande fiera organizzata dagli
alchimisti di Meridia.
Da ogni luogo delle Terre Spezzate erano previsti viaggiatori e merci d’ogni genere, sontuose cene e solenni cerimonie, tra cui l'investitura cavalleresca del giovane Galgano, guardia reale che più si era distinta nella battaglia contro i non-morti nelle terre di Altabrina.
Ma fu un editto della Corona ad aprire mercato e festeggiamenti: il tradimento del Signore di
Calastea Evandro Cipridi e le rivendicazioni meride sulla città avevano infine spinto Sua Maestà
Cornelio dei Gastaldi ad indire una
Disfida. Meridia e
Venalia si sarebbero affrontate sul campo di battaglia, otto campioni contro otto campioni.
Gli uomini di
Aristarco degli Alessandridi scesero in campo con l’appoggio dei Principati di
Castelbruma,
Altabrina e
Neenuvar, ma ad avere la meglio furono la proverbiale astuzia venale e l’incrollabile fede valniana.
Lo scontro si risolse in fretta sotto i vigili occhi della
Corona e la vittoria riportata dai Venali sancì il fallimento dell’annessione merida e del tradimento di Evandro Cipridi ai danni della sua stessa famiglia. Nella notte dello stesso giorno i miliziani rastrellarono la città alla ricerca dei traditori e nei giorni successivi la testa del Cipridi infame faceva bella mostra in cima a una picca sulle mura di Calastea.
Ma sul finire del Bazar della Loggia, al morire di quello stesso giorno, più infauste notizie colpirono le Terre Spezzate ed il Nentar
Calemor Elentauron, Signore degli
Elfi e Principe di Neenuvar, svelò infine l’oscuro significato della profezia racchiusa nella Pergamena Scarlatta, che nessuno era ancora riuscito ad interpretare…
- “Rossi sono i bei fiumi della Dea, cinque volte il sangue degli Antichi è stato versato nelle sacre acque della Primavera. Cinque volte maledetti siate voi, invasori dal Nord, demoni nemici di tutto ciò che è buono. Le armate delle stelle sono sconfitte, ma non è morta la loro guerra. I vinti ritorneranno, e cacceranno gli invasori del Regno della Primavera. Ascoltate il mio terribile monito: mille anni dopo la nascita dell'ultimo figlio della Dea le armate che furono sconfitte lasceranno il grembo della Madre e ritorneranno per uccidervi. I vostri falsi idoli cadranno e il vostro acciaio sarà polvere.”
L’ultimo Elfo concepito dalla sua stirpe era proprio Calemor e, poiché il millesimo genetliaco del Nentar era ormai trascorso, fu chiaro a tutti che l’antica maledizione avrebbe trovato compimento. Ovunque, nelle Terre Spezzate, i combattenti morti durante la guerra d’invasione degli
Uomini del Mare risorgevano dalla terra e dalle pieghe del tempo per consumare una crudele vendetta.
Ritratti e disegni: 1 - 2 - 3
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